LA LOTTA ALLA MAFIA
Venerdì 10 marzo è stata svolta l’assemblea d’istituto dedicata al tema della legalità e della lotta alla mafia, con la partecipazione del Magistrato Giovanbattista Tona. L'obiettivo dell'incontro è stato quello di sensibilizzare gli studenti sull'importanza di questo tema e sul ruolo che ognuno di noi può svolgere per contrastare il fenomeno.La lotta alla mafia è un problema che riguarda tutta la società, non solo le forze dell'ordine e le autorità. È fondamentale che ogni cittadino sviluppi una profonda coscienza e consapevolezza riguardo a questo fenomeno, per essere in grado di identificare e denunciare comportamenti illeciti e collaborare con le Autorità.Il Dott. Tona ha spiegato agli studenti che la mafia si basa sull'intimidazione e sull'omertà, vale a dire sul silenzio dei cittadini e sulla loro paura di denunciare i reati. Solo attraverso la collaborazione e la rottura dell'omertà è possibile contrastare efficacemente il fenomeno mafioso e garantire la sicurezza e la giustizia per tutti.È importante che le nuove generazioni ne comprendano la gravità e la necessità di contrastarlo con determinazione, per costruire una società più giusta e libera dalla violenza e dalla criminalità organizzata.La mafia italiana ha causato l’assassinio di molte persone nel corso degli anni. Tuttavia non tutti i caduti sono il risultato diretto dell'attività mafiosa. È importante saper distinguere le forme criminali della collusione e della connivenza che indirettamente causano varie altre forme di violenza.Per esempio la guerra tra bande è spesso confusa con la mafia. In realtà essa è una lotta per il controllo del territorio o di un settore del mercato criminale, mentre la mafia è un'organizzazione criminale strutturata con regole precise. Molti dei caduti della guerra tra bande non sono vittime della mafia, ma di una rivalità tra gruppi criminali.Essa ha radici profonde nel sud Italia. La sua nascita risale al periodo postunitario, quando l'Italia era ancora un paese diviso in tante piccole realtà territoriali.Nel sud Italia, l'assenza di una presenza statale forte e la diffusa povertà hanno creato un terreno fertile per la nascita della mafia. Le prime forme di organizzazione mafiosa si svilupparono a partire dalla seconda metà dell'Ottocento in Sicilia, ma anche in altre regioni del sud Italia.La mafia creò una struttura di potere alternativa a quella statale, che funzionava grazie alla collaborazione di funzionari pubblici e di parte della società civile.La lotta alla mafia è stata lunga e difficile. Negli anni '80 e '90, il governo italiano ha lanciato una serie di operazioni contro la mafia, che hanno portato all'arresto di molti capi e al sequestro di ingenti patrimoni. Tuttavia la mafia continua ad esistere e ad operare, anche se in modo diverso rispetto al passato.La mafia italiana è spesso paragonata a quelle estere, come la yakuza giapponese o la triade cinese. Tuttavia, ci sono importanti differenze tra le mafie italiane e quelle estere.In primo luogo, in Italia essa ha una struttura organizzativa più complessa e gerarchica rispetto alle altre mafie. La mafia italiana è divisa in diverse famiglie che operano in modo coordinato, con una gerarchia ben definita e un sistema di regole precise. Invece, le altre mafie estere sono più decentralizzate e meno strutturate. Inoltre, la mafia italiana ha radici profonde nella società italiana, grazie all'approvazione tacita di alcune parti della società civile e alla collaborazione di funzionari pubblici. Le altre mafie estere sono meno radicate nella società e spesso operano in modo più violento e sanguinario. Infine, la mafia italiana ha una forte presenza all'estero, con attività in diverse parti del mondo, in particolare negli Stati Uniti. Le altre mafie estere hanno una presenza internazionale meno diffusa. Il metodo mafioso è un insieme di pratiche e di comportamenti che caratterizzano le attività della mafia italiana. Esso si basa sulla violenza, sull'intimidazione e sull'omertà. L'intimidazione è un'arma fondamentale della mafia. La minaccia di violenza è spesso sufficiente per ottenere il controllo di un territorio o per influenzare le decisioni delle autorità. Le vittime di intimidazioni mafiose subiscono spesso danni fisici e psicologici, che possono durare per tutta la vita. L'omertà è un altro pilastro del metodo mafioso. Essa consiste nel mantenere il silenzio sui reati commessi dalla mafia e sulla sua presenza sul territorio. Chi viola l'omertà, viene considerato un traditore e viene punito con la morte o con altre forme di violenza. L'omertà è spesso accompagnata da un forte senso di fedeltà alla mafia e alla propria comunità, che spinge le persone a non collaborare con le autorità. Dopo che il Dott. Tona ha presentato in generale sul tema della mafia, è stato aperto un dibattito con gli studenti presenti all'incontro per coinvolgerli e stimolare una discussione interattiva. Il dialogo con gli studenti rappresenta un'opportunità per condividere esperienze e opinioni, per confrontarsi sui possibili modi per contrastare il fenomeno mafioso e per approfondire la conoscenza del problema. In questo modo, gli studenti si sono sentiti coinvolti in prima persona e hanno acquisito una maggiore consapevolezza del problema, sono stati incoraggiati a diventare più attivi nella lotta alla mafia. Attraverso il dibattito si è creato un senso di comunità e responsabilità collettiva nella lotta alla mafia, in particolare due domande rivolte al Magistrato hanno ricevuto risposte volte a sensibilizzare i giovani sull'importanza di denunciare comportamenti sospetti o illegali e a fare la propria parte per costruire una società più giusta e solidale. Alla prima domanda che riguardava il ruolo delle forze armate e delle istituzioni, giudicate limitate nella loro operatività, il magistrato ha risposto che “i primi a doverci difende e tutelare siamo noi stessi denunciando ogni atto illecito, sviluppando un forte senso di legalità, premesso che le forze armate devono operare all'interno del rispetto dei principi costituzionali e delle norme di legge, compreso il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Ciò significa che, nel combattere la mafia o i fenomeni mafiosi, le forze armate non possono e non devono violare le leggi o le norme internazionali”. Allo stesso tempo, è importante riconoscere che la mafia rappresenta una minaccia per la sicurezza e la stabilità della società, e che spesso opera al di fuori delle regole del gioco. Pertanto, è necessario utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per contrastare il fenomeno mafioso, in modo efficace ma anche legittimo. Ciò significa che le forze armate devono essere coordinate con le istituzioni civili e giudiziarie, attraverso una valutazione accurata del rischio e sulla necessità di proteggere la vita e la sicurezza dei cittadini. La seconda domanda ha riguardato la dilagante corruzione e su come inevitabilmente alcuni politici siano corrotti. Il Magistrato ha esteso anche alla classe dirigente la responsabilità per l’insediamento della mafia all’interno delle multinazionali, infiltrata non solo nei poteri politici ma anche economici, in modo da influenzare le decisioni e i processi democratici a proprio favore. Tuttavia, ciò non significa che tutti gli uomini di politica siano corrotti o collusi con la mafia.La lotta contro la mafia deve essere condotta su tutti i fronti, compreso quello politico. E’ importante avere istituzioni democratiche solide, trasparenti e imparziali. Inoltre è fondamentale che le forze dell'ordine e la magistratura operino in modo indipendente e autonomo, senza subire pressioni o influenze da parte di alcun potere esterno.Allo stesso tempo, è importante che i cittadini siano consapevoli della propria responsabilità nella lotta contro la mafia e la corruzione. Ciò significa che la partecipazione attiva alla vita democratica, la denuncia dei comportamenti sospetti e illegali e l'impegno per la trasparenza e l'onestà nelle istituzioni possono essere strumenti efficaci nella lotta alla mafia. In conclusione, la lotta alla mafia richiede un impegno costante e determinato; è importante non generalizzare o stereotipare, ma valutare ogni singolo caso sulla base delle evidenze e dei fatti. Solo così si potrà costruire una società più giusta e libera dalla mafia. La lotta contro la mafia deve essere condotta su tutti i fronti, a partire dagli studenti che sono stati chiamati a fare il proprio dovere con l’impegno nello studio e lo sviluppo della propria coscienza critica e di analisi per diventare la classe dirigente del domani e garantire l’affermazione dei principi democratici, il rispetto della legalità, per contrastare e prevenire la corruzione ed il malaffare.
GUGLIELMO PANEBIANCO classe V° V TECNICO AERONAUTICO