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ALLA SCOPERTA DELLA NOSTRA SOCIETÀ

Report dell' intervista al Dirigente Scolastico Vito Parisi

Le ore di Geostoria trascorrono a volte in modo noioso, tra dati statistici e grafici, numeri freddi e distanti: stiamo tentando di comprendere le dinamiche della popolazione in ogni sua sfaccettatura. Durante questa impresa ci siamo imbattuti in un fenomeno che ci ha molto interessato: l’immigrazione. Essendo il nostro un liceo linguistico, noi studenti siamo portati a conoscere altri mondi e altre culture, poiché la lingua veicola la mentalità di un popolo. Per questo il tema della migrazione ha catturato la nostra attenzione, vogliamo saperne di più, guardare da vicino il suo volto. Esplorando da vicino il fenomeno, abbiamo scoperto che molti sono gli stranieri presenti nella nostra scuola, in primis i nostri insegnanti di madrelingua inglese, cinese e giapponese con i quali conversiamo durante la lezione; molte sono anche le persone nate all’estero e trasferitesi in Italia da bambini. Forse dovremmo provare a cambiare l’immagine dello straniero, tentando di conoscerlo al di là e al di fuori dei soliti stereotipi.Da tutto questo è nata l’idea di condurre un’indagine all’interno della nostra scuola. Quanti sono gli studenti che migrano per motivi di studio o solo perché spinti dal desiderio di sapere come si vive in un altro paese, anche solo per un anno? Quanti sono gli immigrati che si confrontano con noi quotidianamente? Come ci relazioniamo con loro? Cerchiamo il confronto con loro o li evitiamo? Tutte queste domande le abbiamo rivolte a varie figure della scuola: studenti stranieri e non, professori, e infine ci siamo rivolti al nostro attento Dirigente Scolastico Vito Parisi. Ognuno di loro ha dato risposte e punti di vista diversi, ma forse questa differenziazione dipende anche dal ruolo ricoperto a scuola. Non possiamo riportare le impressioni nel dettaglio, ma sarà sufficiente per tutti la visione globale dell’intera scuola, che possiamo cogliere dall’intervista rilasciataci dal Dirigente. Gli abbiamo posto delle domande per avere una conoscenza globale del fenomeno dell'immigrazione nella nostra scuola. Il Dirigente si è mostrato, come sempre, disponibile e accogliente nei nostri confronti, rispondendo ad ogni domanda posta.Alla fine dell'intervista abbiamo scoperto che nella nostra scuola ci sono circa trenta studenti stranieri, cioè il 3% su 1079 studenti. Inoltre, la presenza di ragazzi stranieri è aumentata, soprattutto nelle classi prime. La maggior parte degli studenti sono immigrati di seconda generazione e sono per lo più ragazze. La scuola si impegna a conoscere le famiglie dei ragazzi, anche se a volte con difficoltà. Lo Stato non fornisce alcun aiuto nell’ambito dell’integrazione, non fornisce, per esempio, il supporto del mediatore culturale e linguistico. Tuttavia  la nostra scuola in passato ha fornito dei docenti che aiutavano i ragazzi, mentre adesso ha attivato dei corsi di italiano e matematica. Il Dirigente Parisi  ci ha informato dei motivi per i quali i ragazzi migrano in Italia: il primo è la ricerca di lavoro, sia nel nostro territorio che in altre parti d'Italia; il secondo è che l'Italia è un Paese di transito; infatti le persone che migrano hanno come obiettivo arrivare in Stati con maggiori opportunità lavorative. Intervistare il Dirigente è stata un'esperienza positiva in quanto siamo riusciti a scoprire nuove informazioni riguardo a questo fenomeno che sta diventando sempre più rilevante nelle nostre vite, sia nell’ambito scolastico che al di fuori. A scuola siamo tenuti a convivere con persone che appartengono a culture diverse, ma questa multiculturalità è un aspetto positivo poiché conosciamo le abitudini di altri popoli e questo ci porta ad aprire maggiormente le nostre menti. Inoltre, questo fenomeno ci insegna ad apprezzare la diversità. La presenza di immigrati ci porta a capire quanto sia importate l’integrazione di queste persone nella società, poiché, se si integrano, giovano alla comunità. Secondo il nostro parere dovrebbero esistere più programmi per aiutare i ragazzi stranieri nelle scuole; si potrebbero ad esempio aumentare le ore dei corsi già esistenti che aiutano i ragazzi; si dovrebbero attivare dei percorsi educativi completi sull’immigrazione, e infine sarebbe opportuno e necessario un maggiore aiuto da parte dello Stato nei confronti dei ragazzi stranieri. 

 

   MELISSA SICILIANO, CRISTIAN PRIVITERA classe 2° L Liceo Linguistico

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